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Itinerari d'arte in Abruzzo.

Aggiornamento: 6 apr

L'Abruzzo, oltre al rilevante patrimonio naturalistico, è caratterizzato anche da un'importante offerta artistica in grado di soddisfare anche il pubblico più esigente.

Oltre a musei, monumenti, borghi, chiese romaniche, castelli, grotte, eremi e necropoli antiche, tante e interessanti le mostre a disposizione dei turisti.

Tra gli eventi da oggi a fine Aprile possiamo citare:



Si tiene a L'Aquila, al Maxxi, fino al 3 marzo 2024.

Bea Bonafini | Thomas Braida | Guglielmo Castelli | Giulia Cenci | Caterina De Nicola | Anna Franceschini | Diego Marcon | Wangechi Mutu | Valerio Nicolai | Numero Cromatico | Agnes Questionmark | Jon Rafman e Alice Visentin.

A questi si aggiunge un progetto speciale di Giuseppe Stampone in dialogo con le fotografie di Scanno della Collezione Franco e Serena Pomilio.


Diario Notturno, che omaggia nel titolo uno dei capolavori letterari di Ennio Flaiano, invita ad abitare i sogni e ad esplorare gli incubi del presente. In una contemporaneità caratterizzata da trasformazioni costanti, gli artisti coinvolti propongono un comune approccio immaginifico, ironico o perturbante, che, mutuando un termine riferito all'intelligenza artificiale, potrebbe essere definito "generativo".

All'interno del percorso espositivo, in continuità con l'atmosfera onirica e visionaria delle opere esposte nelle prime sale, si inserisce il progetto speciale di Giuseppe Stampone che reinterpreta alcuni luoghi significativi del territorio abruzzese attraverso disegni su carta e su legno. Le sue opere sono poi poste in un dialogo con le fotografie del suggestivo borgo di Scanno provenienti dalla Collezione Pomilio e realizzate da Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Hilde Lotz-Bauer, Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice e Ferdinando Scianna: immagini nelle quali si riscontra uno sguardo sulla vita quotidiana di uno dei borghi più rappresentativi d'Abruzzo, con particolare attenzione all'operosità delle donne di cui si riconoscono gli abiti tradizionali....



Il titolo riprende il nome di un libro "pop up" per bambini, ove ciò che conta è suscitare meraviglia attraverso la trasformazione dell'immagine, da geometrica a fantasiosa, un universo altro rispetto al rigore di Airò, eppure contiguo. La mostra presenta una serie di lavori dell'artista, dai più recenti a quelli più storici, in dialogo con alcune opere di Giovanni Anselmo, Ettore Spalletti, Haim Steinbach e Jan Vercruysse, il cui lavoro ha avuto un ruolo significativo per il suo percorso artistico.


L'ampio universo artistico di Airò viene presentato nelle otto stanze della galleria attraverso sculture, tele e wall paintings.Nel salone principale, 5 grandi tavole di tempera calligrafica su gesso si alternano nello spazio alle piccole tavole di radica, presentate per la prima volta in galleria, come forma di contrappunto complementare in cui la ricca elaborazione di quest'ultime si relaziona al bianco quasi assoluto delle tele.Nelle altre stanze, il dialogo tra opere e autori genera ambienti dalle atmosfere a volte rarefatte ed effimere altre invece cariche di elementi attraverso un confronto che si impegna ad evidenziare la capacità che hanno avuto i predecessori dell'artista, alcuni dei quali diventati suoi fondamentali compagni di viaggio, di portare nuova linfa e ricchezza semantica ed esistenziale alle "rotture" e aperture dirompenti che la Storia gli aveva messo in mano.


In La forma si trasforma gli elementi si articolano differentemente da un lavoro ad un altro: in alcuni è prediletto un aspetto della materia, in altri un'altra delle sue qualità. E la forma si genera a partire dall'uno o dall'altro, quasi essi fossero gli assi centrali del tornio attorno a cui la massa dell'opera gravita in attesa di autodefinirsi.



Forme sinuose, raffinate nel loro essere non convenzionali: le opere di Liana Ghukasyan esplorano il mondo con uno sguardo potente e personale. Nazionalità armena, nasce in Germania ma nel suo Paese studia Belle Arti, poi si trasferisce a Milano per completare il suo percorso nell'Accademia di Brera: un bagaglio dell'anima che l'artista porta con sé e che ha formato una sensibilità innata.


I quadri diventano così emozioni visibili che aprono al confronto con l'altro, nel segno di un'accoglienza reciproca che non è semplice scambio. Non è un caso che il tema della mostra che il 3 febbraio, alle ore 18.00, aprirà nelle sale del Museo delle Genti d'Abruzzo, sia "Il fascino discreto dell'imperfezione": un modo sincero di guardare se stessi e gli altri attraverso il segno ed il colore. I quadri di Ghukasyan disarmano, evitano i contrasti, offrono una visione del mondo che riconduce alla comunità ed elimina le separazioni virtuali.


Scrive nelle note critiche della mostra il curatore Mariano Cipollini: "L'imperfezione, non più appannaggio della cultura maschilista, diventa canone estetico liberato e liberatorio, pronto a segnare passaggi iconici bilaterali. Liana recupera trascorsi appartenenti alla sua terra d'origine e al suo privato, pianificando l'esposizione visiva, senza condizionamenti. Il pudore che in parte la identifica lascia spazio alle crudezze delle sue storie, cedendo il passo a un concetto di eleganza grafica innovativa".Proprio il senso forte delle radici inserisce, tra gli oggetti conservati ed esposti nel Museo delle Genti, i quadri di Liana Ghukasyan come un completamento ideale, che avvicina l'Abruzzo ad una terra altra ma vicina, con le sue asperità e la sua grande e dolorosa storia.


"Le proposte di un'artista fortemente innovativa arricchiscono le nostre sale di una nuova esperienza - sottolinea la direttrice della Fondazione Genti d'Abruzzo, Letizia Lizza - approfondendo quel percorso di ricerca che stiamo portando avanti da qualche anno, attraverso la costante valorizzazione di talenti capaci di imprimere un cambiamento e nuova forza alla contemporaneità".




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